Oltre mille insegnanti e operatori del mondo della scuola, stamattina, a Bologna all’incontro-dialogo con Julián Carrón Insegnare oggi, nuovi contesti e nuove sfide

Bologna, 11 ottobre 2015. Più di quattromila tra insegnanti e operatori del mondo della scuola (mille a Bologna, gli altri in 45 città italiane ed estere video collegate), oltre a tante personalità del mondo della cultura e dell'educazione, come l'ex ministro Luigi Berlinguer, hanno partecipato stamattina all'incontro Insegnare oggi. Nuovi contesti e nuove sfide, svoltosi presso l’Alma Mater Studiorum Università di Bologna, organizzato dalle Associazioni Cdo Opere Educative, Diesse, Disal e Il Rischio educativo, con l’adesione di tante realtà della società civile. Dopo il messaggio di saluto del direttore dell'USR dell'Emilia Romagna, Stefano Versari, il Rettore dell'Alma Mater, Ivano Dionigi, ha ricordato come la scuola sia il luogo in cui si formano cittadini completi: «Un luogo di incontri reali che può fare da antidoto alla realtà virtuale e insegnare che cos’è il vero dialogo». Per questo la Scuola, ha concluso Dionigi, «deve insegnare a parlare bene per pensare bene, perché, come diceva Platone, parlare bene, oltre a essere una cosa bella in sé, fa bene anche all'anima».

Nel suo intervento, il relatore Julián Carrón, docente di Teologia all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ha risposto alle domande di Tino Giardina, presidente di Diesse. Insegnare, ha spiegato Carrón, è qualcosa che va molto oltre la somma di tutte le conoscenze e competenze tecniche: «La trasmissione di un contenuto si identifica con l'esperienza che una persona vive e, se l'esperienza di chi insegna è ridotta, difficilmente potrà suscitare l'interesse degli alunni». Occorre perciò che l’insegnante sappia in primo luogo «riprendere in mano la propria umanità e il rapporto con la realtà», offrendo uno sguardo unitario verso il mondo. Compito della scuola, ha proseguito Carrón, è sì quello di trasmettere alle nuove generazioni la ricchezza della tradizione culturale accumulata nei secoli, mettendo però nelle mani dei ragazzi «il metodo per giudicare quel che si dice loro, guardando alla loro persona in modo non ridotto, perché solo un incontro in grado di risvegliare l'io può esserci una risposta adeguata al loro disagio».

Così, anche le Associazioni organizzatrici di questo appuntamento bolognese potranno trovare spunto per vivere il loro compito non solo come una rappresentanza di interessi specifici della categoria, ma come una vera compagnia e un sostegno reciproco per trasmettere sempre di più un «gusto del vivere» ai nostri ragazzi. È questa la sfida per tutti.

Le Associazioni


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