INDAGINE SU UN CITTADINO AL DI SOPRA DI OGNI SOSPETTO

LUOGO: Italia 

ANNO: 1969

DURATA: 114 m

REGIA: Elio Petri

CAST: 
Gian Maria Volonté, Florinda Bolkan, Gianni Santuccio, Orazio Orlando

Il capo della Squadra Omicidi di una grande città, mai chiamato per nome, ma solo e sempre "dottore", viene promosso per i suoi meriti a dirigente dell'Ufficio Politico della Questura. Proprio nel giorno della promozione, l'alto funzionario, che sotto l'apparente sicurezza e disinvoltura nasconde gravi problemi psichici, uccide la propria amante, dalla quale è sempre stato costantemente deriso. Anziché preoccuparsi di non lasciare tracce del delitto, l'assassino, certo di essere al di sopra di ogni sospetto in forza della posizione di potere che occupa, si impegna paradossalmente a moltiplicare gli indizi a proprio carico: le indagini intraprese dai suoi collaboratori - come egli aveva previsto - non lo sfiorano neppure. In seguito allo scoppio di una bomba nella centrale stessa della polizia, vengono fermati alcuni contestatori; tra questi c'è uno studente, che rivela al "dottore" di riconoscere in lui l'autore del delitto. Dopo essersi autodenunciato ai suoi superiori, il funzionario, ritiratosi nel proprio appartamento, immagina nella sua fantasia esaltata la più probabile soluzione del caso: per quanto numerose e schiaccianti possano essere le prove del suo crimine, i suoi superiori, più timorosi di uno scandalo che desiderosi di servire la giustizia, le smantelleranno ad una ad una, perché egli, come poliziotto, non può essere che al di sopra di ogni sospetto.

Premiato con il premio speciale della Giuria al Festiva di Cannes del 1970 e Oscar 1971 come miglior film internazionale

Attraverso un caso patologico il film, realizzato con un linguaggio asciutto e un ritmo quasi sempre teso, si propone di dimostrare a quali aberrazioni personali e rischi collettivi conduca l'esercizio del potere sottratto a ogni controllo. A metà strada tra Brecht e Simenon, Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, sceneggiato da Ugo Pirro, uscì pochi giorni dopo la strage di Piazza Fontana, dando al film una pubblicità enorme, in un periodo nel quale la ricerca dei colpevoli ancora batteva tutte le piste. Preso a emblema per dimostrare la corruzione di alcuni livelli dello stato e la connivenza con la malavita e l’eversione, venne accusato anche di spettacolarizzare troppo la vicenda, invece di concentrarsi esclusivamente sugli aspetti politici della storia (anche per la scelta di avere come protagonista Gian Maria Volonté, attore già molto famoso). E proprio l’interpretazione istrionica di Volontè, la sua maschera cinica, le sue espressioni che vanno dall’angoscia alla strafottenza, dall’innocenza alla consapevolezza criminale, rendono il film molto più che un’opera di “denuncia”, ma una vera e propria rappresentazione tragica.

Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto fu anche il primo film di quella che sarebbe diventata una trilogia di film diretta da Petri e scritta da Pirro: la “trilogia della nevrosi”, di cui fanno parte La classe operaia va in paradiso (1971) e La proprietà non è più un furto (1973). 

 

Beppe Musicco

www.sentieridelcinema.it

 

 

 

 A cura di:

BEPPE MUSICCO, giornalista cinematografico e critico. Cofondatore e attuale presidente dell’associazione culturale Sentieri del Cinema ( www.sentieridelcinema.it  ). Autore di libri di cinema, consigliere di amministrazione della Fondazione Cineteca di Milano.

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