LO HOBBIT o La Riconquista del Tesoro

AUTORE: J.R.R.Tolkien

EDIZIONI: Adelphi, € 11 (con mappe e illustrazioni dell’autore)

TARGET: dai 10 anni

 

Diciamo subito che siamo al cospetto di un capolavoro, a nostro avviso imperdibile, e con un certo tremore osiamo aggiungere la nostra rilettura a fiumi di pagine di commenti e recensioni.

“The Hobbit, or There and Back Again”, in altre parole “Lo hobbit, o La Riconquista del Tesoro”: la traduzione ci restituisce il sottotitolo con una certa libertà, mentre il titolo resta…intraducibile! Perché il protagonista di questa meravigliosa storia “di tanto tempo fa” è creatura originale dell’autore, personaggio di un popolo che non ha precedenti nella mitologia nordica cui Tolkien si ispira. Come ha ideato l’alfabeto runico del suo universo (spiegato nella prima pagina del libro),  così Tolkien ha creato gli hobbit, e di uno di loro ha fatto l’eroe-antieroe di una fiaba che apre le porte all’epica saga narrata, vent’anni dopo l’uscita de Lo hobbit, nella trilogia de Il Signore degli Anelli.

Il nostro hobbit si chiama Bilbo Baggins e, come tutti i suoi simili, ama la vita tranquilla e libera da “brutte e fastidiose cose” portate da incontri e circostanze imprevedibili. Proprio come l’arrivo a casa sua dello stregone Gandalf, giunto ad anticipare l’irrompere sulla scena di ben tredici nani da lui convocati nell’accogliente dimora di Bilbo. Gli hobbit sono piccoli esseri pacifici, appagati dal calore delle loro caverne-hobbit, ”cioè comodissime”, dove amano fumare la pipa facendo anelli di fumo e consumare svariate colazioni a base di torte, focacce e altre delizie. Eppure,  proprio una creatura così improbabile  viene chiamata ad affrontare un’ardua avventura: nel ruolo fondamentale di scassinatore, raggiungere la Montagna Solitaria, antica reggia dei nani  usurpata dal feroce drago Smaug, e riconquistare il loro tesoro di cui il drago si è impadronito. Davanti a questa proposta, Bilbo è inizialmente riluttante e anche disperato, poi però sente risvegliarsi  nell’animo un lato avventuroso, una curiosità, un desiderio di andare: una parte di lui a lui stesso ignota, ben nota invece a Gandalf, che lo ha scelto. Così, senza ben sapere né come né perché, lo hobbit accetta di unirsi alla strana combriccola; quest’avventura gli cambierà la vita, ne metterà a dura prova la tempra e il coraggio, ma così lo porterà alla conquista del tesoro più prezioso: se stesso, nell’affrontare quanto gli viene incontro, mettendosi sempre in gioco, senza mai tirarsi indietro. Conoscerà creature e luoghi che ben pochi hobbit prima di lui hanno visto: Trolls, ragni giganti, orchi feroci, uomini Raminghi, misteriosi Elfi, grandi Aquile, e ancora lo straordinario Beorn, il drago Smaug e l’ambiguo Gollum. Proprio nei confronti di costui il nostro hobbit compirà un gesto decisivo per il destino di molti, come afferma Gandalf nella Trilogia, e contribuirà a far avverare antiche profezie.     

Bilbo Baggins in fondo è ognuno di noi: “una piccola creatura in un mondo molto vasto”, niente di speciale, nessun superpotere, tante debolezze, qualche dote, soprattutto la curiosità – seppure un po’ tremebonda – e un gran desiderio di bene, quanto basta per mettersi in cammino alla ricerca di sé, sotto lo sguardo amico di un Gandalf che ci viene a chiamare.  Per dirla con il nostro Calvino: “ Le fiabe sono vere perché sono una spiegazione generale della vita”, di chi siamo noi.        La maestria di Tolkien e la potenza evocativa della sua narrazione sanno trascinare il lettore nei panni di Bilbo, e farcelo camminare dentro, piccolo o grande che sia.;

Un libro imperdibile, dicevamo, da gustare ad ogni età. Ma perché aspettare? Prima si propone ai nostri ragazzi, meglio è (tra l’altro, si presta perfettamente ad essere letto a voce alta anche ai bambini della primaria, che lo ascoltano ammaliati e se ne staccano a stento, come accadeva ai miei figli - mi si perdoni la nota autobiografica – cui lo leggevo prima della nanna!).

Dopo, da grandicelli, ci sarà tempo per la grandiosa e più impegnativa Trilogia dell’Anello.


A cura di:           

LAURA BELLAVITE è nata a Milano nel 1955. Qui laureata alla Cattolica, poi insegnante di lettere nella secondaria di I grado – per quindici anni nell’hinterland milanese, a Quarto Oggiaro, poi in zona Fiera-Sempione – attualmente , da ‘pensionata’, continua l’impegno in ambito educativo/didattico come volontaria presso la onlus PORTOFRANCO, centro di aiuto allo studio rivolto a studenti delle superiori. Collabora altresì con un doposcuola parrocchiale e nella gestione della Biblioteca nell’istituto statale in cui ha insegnato fino al 2017.

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