Clive Staples Lewis: LONTANO DAL PIANETA SILENZIOSO

ed. Adelphi 2011, € 12.00

Target: dai 13 anni

 

Tolkien per grandi, Lewis per piccoli”: così titolava un quotidiano presentando le strenne natalizie del 2009. Potrebbe sembrare strano che un professore di Oxford, docente ed esperto di letteratura inglese medioevale e rinascimentale, abbia raggiunto una immensa fama soprattutto per la sua produzione fantastica.  Nella bibliografia delle opere di C. S. Lewis il fantastico occupa uno spazio importante, e soprattutto si manifesta saldamente connesso con tutto l’itinerario spirituale dello scrittore. La notorietà di Lewis narratore per ragazzi è legata soprattutto alle “Cronache di Narnia”, composte da sette romanzi, tre dei quali sono stati trasposti in film di successo tra il 2005 e il 2010. Se Narnia è un mondo che si può definire “Fantasy”, con incantesimi e animali parlanti,  “Lontano dal pianeta silenziosoè invece il primo capitolo di una Trilogia di fantascienza, ed è anche l’unico adeguato a un pubblico di lettori dell’età della Scuola secondaria di primo grado. 

La storia ha come protagonista il filologo Elwin Ransom, tranquillo docente universitario inglese coinvolto in una inattesa avventura: rapito da due loschi figuri (lo scienziato Weston e il faccendiere Devine) si trova letteralmente catapultato in un viaggio interplanetario, a bordo di un’astronave di forma sferica. I suoi due compagni  gli danno scarse informazioni a riguardo dell’itinerario e della meta, ma Ransom, captando clandestinamente frammenti di conversazione, capisce di essere stato rapito per essere portato sul pianeta Malacandra (solo al suo arrivo riuscirà a identificarlo con Marte), dove dovrà essere consegnato ai “Séroni”. Angosciato dalla prospettiva, Ransom elabora un piano di fuga all’arrivo dell’astronave su Malacandra, un mondo dai colori pastello e dallo strano paesaggio, con corsi di calda acqua azzurra e  montagne verticali. Nel corso della sua fuga disperata, il protagonista incontra e fa amicizia con gli abitanti di Malacandra: i Séroni, gli Hrossa e i Pfifltriggi: tre razze hnau (ossia razionali) diversissime tra loro. Le tre razze intelligenti vivono in perfetta armonia, e sembrano immuni da ogni malvagità e delitto. Ransom apprende anche che il pianeta è governato da un Essere misterioso, chiamato Oyarsa, e dai suoi aiutanti, gli eldila, entità luminose invisibili ai Terrestri, simili agli angeli. Tutti i mondi abitati – spiegano gli hnau - sono stati creati da Maleldil il Giovane (evidente richiamo a Cristo). Richiesto della propria provenienza, Ransom con molta difficoltà individua nel cielo il pianeta Terra; gli Hrossa lo chiamano Thulcandra, ossia “il pianeta silenzioso”, ma non sanno spiegare il perché di questa definizione. Weston e Devine ricompaiono sulla scena ben decisi a catturare di nuovo Ransom; ma questi aiutato dai Malacandriani sfugge ai loro agguati. Dopo varie peripezie Terrestri e Malacandriani si ritrovano davanti ad Oyarsa e lì si sciolgono tutti i nodi della vicenda: il viaggio di Ransom era stato voluto da Oyarsa per poter avere da un Terrestre informazioni su Thulcandra (la Terra), il pianeta silenzioso. Oyarsa racconta della ribellione dell’ “angelo” responsabile della Terra, diventato il Maligno, e delle terribili conseguenze di questo fatto su tutto il Sistema solare. Malacandra e gli altri pianeti abitati (Venere, Giove ecc.) sono invece ancora innocenti, non si sono ribellati al Creatore. Il giudizio assume quindi caratteristiche drammatiche: Weston si comporta in modo grottesco  e meschino, esprimendo tutto il proprio disprezzo per i Malacandriani e urlando di preferire il Maligno a Maleldil il Creatore. A questo punto Oyarsa espelle i Terrestri da Malacandra organizzando per loro il rischioso viaggio di ritorno sulla Terra; dopo novanta giorni l’astronave si dissolverà. I tre viaggiatori spaziali affrontando pericoli di ogni genere riescono finalmente ad approdare nella campagna inglese, e puntualmente la sfera si volatilizza.

Scritto nel 1938 per una scommessa con Tolkien, “Lontano dal pianeta silenzioso” non fa parte della fantascienza tecnologica, ricca di particolari scientifici: dà per scontato, secondo il pensiero popolare dell’epoca, che i pianeti del Sistema solare siano abitati, e che li si possa raggiungere con qualche semplice e non spiegata modalità. Non servono tute spaziali, l’aria di Malacandra è respirabile, e anche il linguaggio degli hnau si rivela presto comprensibile (Ransom si appassiona alla comunicazione per la propria professione di filologo e per una crescente simpatia con i Malacandriani).
La cornice avventurosa e la domanda sul mistero del titolo (“Quale è il pianeta silenzioso? E perché è silenzioso?”) avvincono il lettore trascinandolo nella storia, scritta in uno stile raffinato ed elegante (Lewis è pur sempre un professore universitario).
In questa fantascienza “umanistica” le tematiche sono legate a uno sguardo cosmico sulla realtà (dove invece di “spazio” si parla di “cielo”), all’incontro con l’altro e col diverso (i Malacandriani non sono gli spaventosi mostri marziani di tanti film fanta-horror), alla presenza del male non nascosto né mimetizzato (i due Terrestri malintenzionati, l’angelo ribelle della Terra).
Come in altre opere di Lewis l’aspetto teologico (che pure dovrà essere necessariamente introdotto e spiegato) non crea pesantezza e difficoltà di comprensione, ma si inserisce armoniosamente nella storia; una guida attenta del docente potrà permettere di valorizzare tutte le ricche implicazioni del racconto.

 

 


A cura di:           

Enrico Leonardi.  Ha insegnato Lettere nella Scuola Media di Inzago (MI) per 37 anni, è in pensione dal 2007. Ha partecipato alla Equipe di D’Ambrosio/Mocchetti/Mazzeo con  altri numerosi amici per una trentina d’anni; insieme hanno pubblicato le Antologie “Introduzione alla realtà”, “Nuova introduzione alla realtà” e “Oltre la siepe” e il Corso di Geografia “Terra dei popoli” sempre con l’Ed. La Scuola. Fa parte del Centro Culturale “J. H. Newman” di Cernusco s/N. e del Gruppo Medie di “Stand By Me”.

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