Nel mare ci sono i coccodrilli. Storia vera di Enaiatollah Akbari

AUTORE: Fabio Geda

EDIZIONI: Baldini e Castoldi

TARGET: dagli 11 anni

Il fatto, ecco, il fatto è che non me l’aspettavo che lei andasse via davvero” Questo l’incipit avvincente del nostro libro, che subito desta tante domande nel lettore: chi parla? Chi è lei? E via da dove? E da questo evento inaspettato, cosa nascerà? Una dopo l’altra, le pagine che seguono ti tengono incollato fino alla fine e a tutto rispondono.                                                                                

Il narratore/protagonista è Enaiatollah Akbari, un ragazzino afghano di dieci anni al tempo dei fatti riferiti; la lei in questione è la sua mamma, che dall’Afghanistan lo accompagna, ignaro di quanto lo aspetta,  a Quetta, in Pakistan: qui, dopo avergli accarezzato i capelli e raccomandato di “non fare mai tre cose nella vita per nessun motivo: usare droghe, usare armi, rubare”, lo lascia solo, in quello che si rivelerà essere un estremo atto d’amore per il suo figliolo.

La storia vera di Enaiat diventa una biografia a quattro mani attraverso l’incontro con Fabio Geda, scrittore e giornalista torinese; è sua la penna che trascrive la narrazione di Enaiat, raccolta quando questi ha ormai ventun anni e vive stabilmente in Italia. Il libro è frutto di un ascolto e di un affidarsi reciproco tra i due; Enaiat viene aiutato a ricordare fatti accaduti otto nove anni prima: dalla dolorosissima separazione – un gesto che il piccolo comprenderà solo molto tempo dopo – ha inizio la sua prematura vita adulta, con l’incredibile viaggio che lo porterà in Italia passando dal  Pakistan all’Iran e poi per la Turchia e la Grecia, per terra e per mare, fino a Torino. Uno tra le migliaia e migliaia di profughi che riempiono le pagine dei nostri media, tante tragedie ma anche qualche storia a lieto fine, come la sua.                                                                                                       

 L’autore ha riordinato la memoria del giovane, che per ore gli ha raccontato di sé a ruota libera, man mano che riprendevano forma i contorni di volti, luoghi, eventi. “I fatti sono importanti. La storia è importante. Quello che ti cambia la vita è cosa ti capita, non dove o con chi” dice Enaiat: un realismo ed una saggezza insoliti in un giovanissimo, maturati in fretta in quei cinque anni di drammatico viaggio, un’autentica odissea che gli ha fatto toccare con mano la miseria ma anche la grandezza d’animo degli uomini. Non gli sono mancati tradimenti, delusioni, sofferenze d’ogni tipo, ma nemmeno volti amici e la sensazione di essere accompagnato in un destino buono cui la mamma quel giorno lo aveva consegnato, parlandogli dolcemente di cose insolite (sogni,desideri ):”Un desiderio bisogna sempre averlo davanti agli occhi; se un desiderio, qualunque esso sia, lo si tiene in alto, ad una spanna dalla fronte, allora di vivere varrà sempre la pena, perché è nel tentativo di soddisfare i nostri desideri che troviamo la forza di rialzarci”. Il piccolo Enaiat, magari inconsapevolmente, fa tesoro di queste parole: così proprio il desiderio di vivere, libero di conoscere, di lavorare, di lottare per il bene, muove tutti i suoi pur faticosi passi, e riesce a non fargli mai perdere il formidabile sorriso che ancora oggi gli illumina lo sguardo. Questa testimonianza ci sembra quanto di più prezioso i nostri giovani lettori possano trattenere dalla storia vera di Enaiat, oltre al fatto che egli sia diventato, grazie a questo libro, una voce autorevole nella realtà dell’immigrazione contemporanea.

Due ultime osservazioni: l’autore trascrive in prima persona, come in un’autobiografia, il vissuto di Enaiat, ma la narrazione viene qua e là interrotta da dialoghi tra i due, per ricordare – come ha spiegato Geda stesso – che si tratta di una storia VERA, concreta come un muro contro cui il lettore va a sbattere, e anche per suggerire la pratica da cui è nato il testo: l’ascolto reciproco.

Infine, il titolo, scelto dall’editore. A Enaiat pareva troppo da bambini, finchè non ne ha compreso la metafora: il mare è la vita, i coccodrilli sono i pericoli; quei bambini, lui e gli amici, avevano paura del pericolo sbagliato, e con loro non c’erano adulti a spiegare di cosa aver davvero paura.

Attraverso l’amicizia con Fabio Geda - e il libro che ne è nato – a ventun anni Enaiat ha scoperto che “nel mare ci sono davvero i coccodrilli”, nella vita ci sono davvero motivi di temere ciò che non conosci, ma ha acquisito anche consapevolezza di aver affrontato e superato prove terribili, e di essere VIVO. Non sa bene come, ma lo è.

Chi legge “Nel mare ci sono i coccodrilli” , grande o piccolo che sia, non può che essere grato a lui di aver avuto voglia di condividere la propria storia, e all’autore di averla raccolta e donata a noi tutti, condita col sincero affetto per il protagonista che traspare dal libro righe e che lo rende  ancor più apprezzabile.


A cura di:           

LAURA BELLAVITE è nata a Milano nel 1955. Qui laureata alla Cattolica, poi insegnante di lettere nella secondaria di I grado – per quindici anni nell’hinterland milanese, a Quarto Oggiaro, poi in zona Fiera-Sempione – attualmente , da ‘pensionata’, continua l’impegno in ambito educativo/didattico come volontaria presso la onlus PORTOFRANCO, centro di aiuto allo studio rivolto a studenti delle superiori. Collabora altresì con un doposcuola parrocchiale e nella gestione della Biblioteca nell’istituto statale in cui ha insegnato fino al 2017.

                          

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