Consigli per l'estate e una piccola parentesi sul nichilismo

È molto comune, prima delle vacanze estive – e pur nell’incertezza di non sapere ancora bene che immagine, che dimensione avranno – dare qualche consiglio per l’ascolto, avendo davanti a noi un periodo  con un po’ più di tempo a disposizione. Per la verità, quest’anno 2020 è stato talmente particolare che forse di tempo a disposizione ne abbiamo avuto anche troppo, ma senza – forse – lo spirito giusto per scavare, capire, cercare, nel mare magnum di musica che ci gira intorno, se stesse uscendo qualcosa di bello, qualcosa di intenso, qualcosa che duri. Beh, proveremo a dare qualche indicazione, più che di album, di qualche artista interessante, di qualche luogo virtuale dove andarsi a cercare musica che possa piacere, interrogare, far vedere bellezza. Il tutto in una chiave assolutamente personale, perché non ve n’è un’altra.

Ma prima dei consigli per l’ascolto, c’è un tema che, anche grazie al periodo particolare di isolamento che siamo stati costretti a vivere, è diventato molto caldo per tutti coloro che abbiano voluto riflettere sulla propria vita. In un momento in cui sembra prevalere il nulla, che cosa ci tira fuori per l’appunto da una posizione nichilista, dove sembra che niente più valga? Di quale nulla stiamo parlando? Ci sono canzoni che testimoniano una posizione nichilista?

Facendo la più classica ricerca su Google, si trovano al volo due brani di due rapper che portano la parola proprio nel titolo: Manuale del giovane nichilista di Willie Peyote e Nichilismo di MezzoSangue. Sicuramente se ne troverebbero ancora a fare ricerche più approfondite, lascio scatenare voi lettori, perché il rap è pieno di canzoni sulla vita che non ha senso o che non lo trova. Io voglio invece rivolgermi ad uno dei cantautori da sempre descritto come esistenzialista, pieno di domande che spesso non trovano risposte, e cioè Francesco Guccini, che fra l’altro proprio in questi giorni di metà giugno compie 80 anni. Certamente nelle sue canzoni (per la verità in mezzo a decine di altri temi, slanci di vitalità e bellissime canzoni d’amore) si trovano accenni al fatto che la vita sia una routine che schiaccia e non sia possibile trovare una direzione, un senso, per l’appunto. Si potrebbero fare numerosi esempi, i primi due che mi saltano in mente appartengono a due periodi diversi della sua lunga carriera, della sua ricchissima produzione. Sto pensando alla Canzone dei dodici mesi dall’album Radici, uscito nel luglio 1972 (qui nella versione originale) e a  Quello che non dall’album omonimo del 1990. Nella prima, ogni anno la giostra dei mesi torna, sempre uguale, tanto che il ritornello ripete incessantemente “O giorni, o mesi che andate sempre via, sempre simile a voi è questa vita mia. Diverso tutti gli anni, ma tutti gli anni uguale, la mano di tarocchi che non sai mai giocare, che non sai mai giocare”. Nella seconda la realtà non riesce ad offrire niente che possa far dire che si è, ma qualunque cosa pur bella “È un film di seconda visione, È l'urlo di sempre che dice pian piano: Non siamo, non siamo, non siamo”. Ascoltatele, sono due belle canzoni, in mezzo alle molte altre dell’impressionante catalogo del cantautore.

Eppure alcune testimonianze trovate in rete, proprio riguardanti il gran maestro dei cantautori italiani, affermano che non vi è posizione pur negativa che non lasci filtrare la possibilità di un positivo. Vi riporto i link, invitandovi a leggere questo breve riassunto di un articolo più ampio del gesuita Claudio Zonta e la recentissima lettera scritta dall’arcivescovo di Bologna, il Cardinal Zuppi, e pubblicata sull’Osservatore Romano  proprio come augurio per gli 80 anni del cantautore. Insomma, davanti ad una amicizia, o all’amore, per chi è onesto, il nichilismo è impossibile. Un uomo che scrive “e lo vorrei, perché non sono quando non ci sei” non può veramente credere che tutto sia nulla.

Ma giriamo pagina e passiamo a qualche consiglio per l’ascolto, prima dei quali una breve premessa. Negli ultimi anni è cambiato davvero tutto dal punto di vista della fruizione della musica. Parlare di “album” oggi come oggi appare quasi una assurdità; il cd sta scomparendo, i brani si ascoltano più in una dinamica “usa e getta”, le canzoni sono sempre più brevi, anche per sottostare alle leggi dei social (facebook, instagram, ma, soprattutto fra i giovani e giovanissimi, TikTok) che impongono fruizioni-lampo. Allora io ci provo, indicando magari qualche album recente che personalmente ritengo buono o molto buono, ma anche indicando dei luoghi in rete dove si può trovare ancora musica vera.

Sicuramente un lavoro sopra la media è l’album, uscito in pieno lockdown, della cantautrice inglese Laura Marling. Canzoni delicate ed al tempo stesso perentorie, una serie di piccoli ritratti di femminilità in una veste sonora raffinata e convincente. Forse il nome non vi dirà molto, ma la Marling ha 30 anni e sette album all’attivo, una carriera di tutto rispetto iniziata da giovanissima. Altro personaggio molto talentuoso da seguire è Jacob Collier, 24 anni, genio dell’armonia e dell’arrangiamento, polistrumentista (leggi: suona tutti gli strumenti benissimo) e cantante di grande qualità. Per capirne lo spessore magari partite da questa Make Me Cry che lo vede accompagnarsi al pianoforte in una slow ballad di grande fascino. Oppure da Hajanga in cui potrete apprezzare la sua capacità di divertirsi, suonando una quantità di strumenti da virtuoso e scrivendo arrangiamenti molto complessi, ma al tempo stesso comprensibili.

Due altre giovani artiste che provengono invece dal folk sono Sierra Hull e Sarah Jarosz. La prima ha pubblicato appena prima del blocco totale l’album 25 trips, e della seconda è invece in uscita, nella seconda metà di giugno, il lavoro World On The Ground. Un assaggio di Sarah in questa Orange and Blue e una idea di come suoni e canti Sierra in questa canzone di sua composizione, Everybody’s Talking  registrata prima dell’ultimo concerto di fine gennaio, prima che si fermasse tutto. Ma non dimentichiamo che Sierra è anche bambina prodigio e virtuosa del mandolino, come possiamo vedere in questa esibizione insieme all’altra ragazza d’oro del bluegrass, Molly Tuttle .

Mi si obietterà, qui, verso la conclusione: solo roba straniera e stranissima. Risponderò: di cose comuni ne abbiamo già il piatto pieno e ci arrivano comunque, dalle playlist di Spotify o dalla rete in genere, il mio tentativo è andare a cercare bellezza, suonata veramente, fascino ed anche legame con le radici. E finisco, quindi, con gli ultimi due suggerimenti: è ormai trentennale la carriera di Dave Matthews, grande voce cantautorale statunitense. Magari potrà essere il grimaldello giusto per farvi entrare nelle sue bellissime canzoni il brano che ha composto ed eseguito durante il lockdown intitolato inizialmente Singing From The Windows e in seguito ribattezzato Shadows on the wall. La canzone è stata anche un regalo (in streaming da casa) per la festa di laurea della classe 2020 dell’Università della Virginia.

Infine un luogo dove trovare tantissima bella musica suonata dal vivo, è un canale youTube dal nome Live From Here. Questa trasmissione settimanale ha una storia molto lunga che potete trovare nella pagina Wiki dedicata alla trasmissione. Da un po’ di tempo trasmette da un teatro di New York e poi in streaming su youTube, molto folk ma non solo, e davvero tanta tanta musica bella suonata esclusivamente dal vivo a livelli stellari. Qui potete vedere il canale youTube al gran completo. Purtroppo negli ultimi mesi si è trasformato anch’esso da Live from here in Live from home, e gran parte degli artisti che ci sono stati hanno inviato dei video registrati nelle proprie case. Ma tant’è, prima o poi si tornerà a fare musica davvero. Buon divertimento e buona estate!

 

 

Walter Muto   


 A cura di:

WALTER MUTO, laureato in Lettere e con i più vari studi musicali alle spalle, decide di dedicarsi prima con grande passione e poi come lavoro alla musica, in particolare a quella leggera. La sua occupazione è fare musica, parlarne e scriverne a 360 gradi.  Oltre ad aver scritto diversi libri e curare una rubrica per il mensile Tracce, collabora da 35 anni agli spettacoli musicali per ragazzi della Sala Fontana di Milano, produce spettacoli insieme a Carlo Pastori e negli ultimi anni si dedica a progetti musicali per il sociale,
con una attività al Carcere di San Vittore ed una in due residenze per disabili psichici. 
Più info su www.waltermuto.it  

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