ITACA - IL RITORNO

Italia, GB  2024

Regia di Uberto Pasolini

con Ralph Fiennes, Juliette Binoche, Angela Molina, Charlie Plummer, Claudio Santamaria

 

Il film è un adattamento del poema epico di Omero, l’Odissea. Diciamo subito che, focalizzandosi solo sull’ultima parte del poema, nella storia non compaiono né sirene, né ciclopi e neanche avventure in mare. In compenso abbiamo due straordinari Ralph Fiennes e Juliette Binoche nei panni degli amanti perduti, Odisseo e Penelope, nella vicenda del ritorno a casa di un marito devastato dalla guerra, indeciso fino all’ultimo se reclamare il suo regno e la donna che ama.

Fiennes, sotto il lacero mantello da mendicante che lo ricopre, è snello e muscoloso, ma segnato dalle battaglie. Il film inizia con Odisseo approdato alle rive di Itaca, nudo e malconcio. Anni dopo la guerra di Troia, la maggior parte dei suoi sudditi crede che sia stato ucciso sul campo di battaglia o disperso in mare. Alcune voci dicono che viva su un’isola con un’altra donna, forse un cenno del regista ad alcuni passi dell’opera di Omero (dalla ninfa Calipso alla maga Circe). Ma l’Odisseo di Fiennes è un uomo che è stato lacerato dalla guerra, sia per le cose che ha visto che per quelle che ha fatto. Invece di rivelare la sua vera identità di Signore di Itaca, Odisseo si atteggia a povero viandante e assiste alla desolazione in cui la sua casa è caduta durante la sua assenza. Il mendicante parla ai servi come se fosse solo un vecchio soldato che ha partecipato alla campagna di Troia, ricorda gli uomini sacrificati, il falso dono del cavallo di legno che ha portato i soldati dentro le porte della città, e di come questa sia stata ridotta in cenere e lavata con fiumi di sangue.

Simile a Fiennes, l’interpretazione di Binoche nei panni di Penelope è in gran parte interiore, silenziosa e contemplativa. Mentre suo marito osserva a distanza, Penelope è costretta a confrontarsi coi Proci, pretendenti pericolosi che cercano di approfittarsi di lei per impadronirsi del regno. Minacciano la vita di suo figlio, Telemaco (Charlie Plummer), che vedono come una minaccia alle loro ambizioni. E questi rinfaccia alla madre il suo comportamento, insinua che in realtà lei giaccia già con uno di loro. Ma tenerli a bada serve solo ad aumentare il rischio per tutti. Gli uomini si agitano, devastando non solo il palazzo del re, ma anche intimidendo tutti quelli che incontrano. Sebbene non abbia prove che lui sia vivo, Penelope fa il possibile per guadagnare tempo per Odisseo, spostando continuamente il momento di quando sceglierà un nuovo marito.

Fiennes e la Binoche non eccedono nei dialoghi, le loro performance sono soprattutto fisiche, come si vede dalla stanchezza che aleggia sui loro volti e dalle spalle curve. Entrambi gli attori sono formidabili, ma il cast di supporto (salviamo l’unico italiano, Claudio Santamaria nel ruolo del pastore Eumeo) non è sempre all’altezza, e questo incide sulla tensione generale del film. Fortunatamente (grazie, Omero!) la storia raggiunge il suo apice quando Odisseo finalmente si rivela, e Itaca – Il ritorno diventa (non troppo sorprendentemente) brutale, quando il protagonista inizia a scagliare frecce in difesa del figlio e della donna che ama.  E con il sangue che ancora macchia i pavimenti, Penelope piange la violenza che ha contagiato la sua casa e ispirato suo marito e suo figlio; una conclusione mesta ma doverosa per il bel film di Pasolini (nessuna parentela col regista e poeta, in compenso è nipote di Luchino Visconti).

 

Beppe Musicco

www.sentieridelcinema.it

 

 

A cura di:

BEPPE MUSICCO, giornalista cinematografico e critico. Cofondatore e attuale presidente dell’associazione culturale Sentieri del Cinema ( www.sentieridelcinema.it  ). Autore di libri di cinema, consigliere di amministrazione della Fondazione Cineteca di Milano.

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