FRANCESCA CABRINI

USA 2024

Di Alejandro G. Monteverde

con Cristiana Dell’Anna, David Morse, Giancarlo Giannini, John Lithgow, Romana Maggiora Vergano

Fin dall’inizio del film, molti uomini dicono a Madre Cabrini (Cristiana Dell’Anna ) “no”, indipendentemente da quel che chiede.

La storia della piccola suora lombarda inizia in Italia, quando le sue richieste di fondare un nuovo ordine missionario che crei orfanotrofi in Cina vengono sistematicamente respinte dal Vaticano. Più volte, madre Francesca Cabrini riceve l’ordine dai principi della chiesa di restare al suo posto, persino dallo stesso Papa Leone XIII (Giancarlo Giannini). Alla fine si stufa e sbotta: «È perché sono una donna?». Ma dopo l’ennesimo colloquio con l’audace e schietta religiosa, Papa Leone si sente spinto a cambiare rotta e le affida l’incarico di iniziare un ministero per gli orfani, ma sposta l’incarico desiderato: dalla Cina a New York City.

Quando Madre Cabrini e le poche suore che l’accompagnano arrivano a Five Points, Manhattan (già descritto in Gangs of New York di Martin Scorsese), vengono sopraffatte da quel che vedono: povertà, malattie, criminalità e bambini senzatetto che vivono nelle fogne. Vittoria (Romana Maggiora Vergano), una giovane prostituta italiana dal proverbiale cuore d’oro, le ospita in un bordello per la loro prima notte e diventa un’alleata decisiva nel diffondere la loro missione. Meno utile appare il superiore immediato di Madre Cabrini, l’arcivescovo Corrigan (David Morse), che come prima cosa, tenta di annullare l’incarico papale e di rimandarla in Italia. Quando ciò non riesce, le ordina di non sollecitare mai donazioni dagli americani e di cercare aiuto solo da altri italiani. Ovviamente questo ostacola le sue migliori opportunità di raccolta fondi: gli immigrati italiani che vivevano a New York City alla fine del 1800 costituivano la classe economica più bassa e, anziché avere risorse finanziarie per assistere Cabrini, sarebbero stati quasi universalmente quelli che avevano più bisogno del suo aiuto.

La verità è che, dietro le quinte, l’arcivescovo Corrigan è pressato dal (fittizio) sindaco di New York, Gould (John Lithgow) che cerca di indebolire e sabotare gli sforzi di Madre Cabrini, a causa del suo irriducibile razzismo e dell’odio che nutre nei confronti degli immigrati. La stampa e il “New York Times” sono rappresentati come una risorsa, che rimanda ai film più famosi di Hollywood: le capacità giornalistiche di un cronista di comunicare i fatti alle masse funge da vero e proprio deus ex machina, fornendo il supporto del pubblico alle suore per continuare la loro missione. In una di queste scene, Madre Cabrini convince il reporter a visitare l’orrore di Five Points e subito dopo ascoltiamo frammenti del suo articolo successivo, narrati su un montaggio di bambini che vivono in uno squallore senza casa. L’attacco «Caro lettore, questi bambini non meritano più dei topi?» pronunciato su immagini di piccoli immigrati costretti nelle baraccopoli è particolarmente efficace (molte di queste scene nel film sono state ricreate da fotografie scattate nel 1889 sulle condizioni di vita a Five Points,).

Il regista Alejandro Monteverde (Sound Of Freedom) fa un ottimo lavoro – in questa produzione Angel Studios (la casa cinematografica della serie The Chosen) – nel trasmettere sullo schermo i tratti generali della vita di Cabrini in un modo che rende la storia facile da seguire, dimostra di saper usare la camera e raccontare la storia. Nel ruolo principale, Cristiana Dell’Anna (Gomorra – la serie TV) è combattiva e implacabile, affrontando papponi e arcivescovi come se fossero tutti più o meno uguali per lei. Mentre David Morse e John Lithgow sono efficaci come ci si aspetterebbe, in un paio di solidi ruoli da caratterista.

La storia di Francesca Cabrini potrebbe essere solo la storia di una religiosa devota (anche se nel film – e forse questa è l’unica pecca – non ci sono scene che evochino la sua fede) ma è anche un impressionante racconto di imprenditoria e industriosità (i quadri finali che illustrano la diffusione delle sue opere costruite nei cinque continenti sono impressionanti). E non da ultimo, Francesca Cabrini, a differenza di molti altri film sulle vite di santi, sa come prendere una vita straordinaria e trasformarla in un’opera godibile.

Beppe Musicco

www.sentieridelcinema.it

 

 

 

A cura di:

BEPPE MUSICCO, giornalista cinematografico e critico. Cofondatore e attuale presidente dell’associazione culturale Sentieri del Cinema ( www.sentieridelcinema.it  ). Autore di libri di cinema, consigliere di amministrazione della Fondazione Cineteca di Milano.

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