Enrico Galiano:

UNA VITA NON BASTA

 

Edizioni Garzanti, agosto 2024

432 pag.  € 19,60

 

"Quando sei di fronte a qualcosa che ti sembra impossibile e tutti ti dicono che non si può fare, allora comportati come la lucertola Gesù Cristo o Basilisco piumato, che è in grado di camminare persino sull'acqua". Inizia così il nuovo romanzo di Enrico Galiano, "Una vita non basta", un'esortazione a superare i propri limiti e a credere nelle proprie capacità, anche quando tutto sembra perduto.

Dedicato a chi si sente sbagliato, a chi ha preso una brutta strada o brutti voti ed è stato bocciato, il testo di Galiano ha il desiderio profondo di dialogare con lettori che credono ancora nell'arte e nella bellezza, e sanno ancora ascoltare il bambino che c'è in ognuno di loro. Lo richiede la natura stessa del romanzo, il suo messaggio profondo, che ha l'ambizione di smovere qualcosa d'importante nell'animo del lettore, giovane o non più giovane che sia.

Il protagonista, Teo, è un sedicenne ribelle, bocciato in seconda liceo e perseguitato da un'ombra oscura e indefinita che lui chiama "cosa", che lo spinge a compiere atti irrazionali. Introverso e disagiato, Teo percepisce questa "cosa" come un mistero a cui non sa dare un nome e di cui non sa con chi parlare. I suoi genitori sono separati e lontani, e la sua migliore amica Peach, pur comprendendo i suoi silenzi e la sua nascosta vocazione di scrittore, non riesce a colmare il suo bisogno di essere capito.

Durante un'estate di lavori socialmente utili, Teo fa un incontro che gli cambierà la vita: Francesco Bove, un anziano professore di filosofia. Nonostante i divieti del padre, Teo sceglierà Bove come guida per la sua iniziazione a una vita più adulta e alla scoperta di quelle potenzialità umane e creative che lo rendono unico e speciale.

Il suo percorso di crescita è costellato di sfide, la prima delle quali è dentro di sé. Teo dovrà affrontare le sue paure, le sue insicurezze e i suoi dubbi, imparando a dare un nome alla "cosa" che lo tormenta e a trasformarla in una forza propulsiva. Ad aiutarlo in questo percorso, alcuni sorprendenti esseri viventi, come il Colibrì, il Cacapò, il Camaleonte pantera, l'elefante e altri ancora, ognuno portatore di una morale come nelle favole di Esopo e di Fedro.

Galiano utilizza un linguaggio semplice e diretto, avvicinandosi in modo efficace al pubblico di giovani lettori che amano la musica e la scrittura creativa. La sua narrazione è coinvolgente e ricca di emozioni, capace, a tratti, di toccare le corde più profonde dell'animo umano.

"Una vita non basta" è un romanzo che invita alla riflessione sulla scuola, sull'amore, sulla famiglia e sulla ricerca di sé stessi. Un libro che ci ricorda che tutti noi siamo in cammino, alla ricerca di un significato per la nostra esistenza, e che non dobbiamo avere paura di sbagliare, di cadere, di fallire, perché solo attraverso le difficoltà possiamo crescere e diventare ciò che siamo destinati ad essere.

 

Luca Fezzi, Marco Rocco

MORITURI: LA VERA STORIA DEI GLADIATORI

 

Edizioni Garzanti, ottobre 2024

352 pag, € 18,05  

 

Folle anonime di combattenti, sacrificati sull'altare del divertimento romano: sono i gladiatori, figure tragiche e iconiche di un passato cruento. Il titolo del saggio storico, "Morituri", evoca il saluto che Svetonio, nel suo "De vita Caesarum", attribuisce ai gladiatori prima dell'agone: un paradosso di coraggio e consapevolezza di fronte alla morte. Di questa massa di uomini, schiavi o prigionieri, che hanno calcato l'arena di anfiteatri e circhi, solo pochi, come Spartaco, il trace ribelle divenuto simbolo di lotta per la libertà, sono giunti a noi con un nome. Gli altri sono ombre, figure anonime inghiottite dal tempo. Tra questi, ricordiamo Nacisso, gladiatore di origine etiope, famoso per la sua bellezza e abilità nel combattimento, la cui storia è stata narrata da Marziale.

Il corposo saggio di Luca Fezzi e Marco Rocco, storici dell'Università di Padova, restituisce dignità a questi protagonisti loro malgrado, ricostruendone la storia attraverso un'accurata documentazione storiografica e iconica. Entrambi studiosi di antichità: Fezzi è docente di Storia romana e Storia della storiografia antica, mentre Rocco è ricercatore in Storia romana. La loro collaborazione ha portato alla realizzazione di numerosi studi e pubblicazioni sul mondo romano, con particolare attenzione alla storia sociale, politica e culturale. Il volume ripercorre le origini dei gladiatori, la loro crescente popolarità in epoca imperiale e la loro scomparsa in età tardoantica e cristiana, superando le interpretazioni socio-antropologiche e restituendo ai gladiatori la loro dimensione umana.

Tertulliano (Cartagine, 160 circa – Cartagine, 220 circa), apologeta e scrittore, ci ricorda come lo spettacolo dei gladiatori, inizialmente, fosse legato ai munera, servizi funebri in onore dei defunti. Il munus era un'offerta privata, un dovere che le famiglie aristocratiche sentivano di dover assolvere nei confronti dei loro trapassati, soprattutto se si trattava di personaggi illustri o particolarmente amati. Nel tempo, il munus si trasformò da rito privato a spettacolo pubblico, assumendo una valenza sempre più politica e celebrativa. Una pratica cruenta, condannata da Cicerone già in epoca repubblicana, che Tertulliano ricollega a sacrifici umani rituali: un tentativo di placare le anime dei morti attraverso lo spargimento di sangue. Cicerone, in particolare, criticava l'immoralità di questi spettacoli, che incitavano alla violenza e alla crudeltà, pervertendo il senso del lutto e trasformando le cerimonie funebri in macabri teatri di morte.

In latino, chi offriva un munus era definito editor o munerarius. La prima editio risale al 264 a.C., in occasione dei funerali del senatore Decimo Giunio Bruto Pera, mentre l'ultimo combattimento documentato al Colosseo si colloca circa milleseicento anni fa. Un arco temporale ampio, durante il quale i munera, inizialmente legati ai funerali di personaggi illustri, divennero sempre più frequenti, soprattutto sotto l'Impero, per celebrare membri delle famiglie imperiali.

Il testo di Fezzi e Rocco descrive con precisione l'evoluzione di questi combattimenti, spesso associati alle venationes, spettacoli cruenti in cui vedevano coinvolti animali esotici e feroci. l'uccisione di animali selvatici, spesso esotici e provenienti da ogni Le venationes divennero sempre più popolari nel tempo, tanto da essere integrate nei munera, arricchendo ulteriormente l'offerta di intrattenimento e spettacolarità. Un complesso intreccio, dunque, di violenza, esecuzioni pubbliche e cacce che, pur essendo giunto fino a noi attraverso il cinema, rimane espressione di una pratica disumana, finalizzata a onorare la memoria di un defunto o, più spesso, a favorire la carriera politica di un suo discendente.

Quasi una versione moderna di questi giochi sanguinari, almeno nelle intenzioni, è quella a cui avevano pensato Elon Musk e Mark Zuckerberg nell'estate del 2023: indossare i panni dei gladiatori e sfidarsi al Colosseo, emulando le gesta dei loro predecessori e, chissà, magari persino pronunciando la celebre frase: "Ave Caesar, morituri te salutant!".

 

a cura di:

Cosimo Mero. Laureatosi in Lettere Moderne, ha frequentato i corsi di Scuola Superiore delle Cominuciazioni dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Docente, ora in pensione, di materie letterarie e latino, ha sperimentato il valore della creatività del teatro e della scrittura creativa nella scuola con progetti ben accolti dagli studenti e dai docenti delle diverse scuole dove ha operato, tra cui, per quindici anni, il liceo classico A. Manzoni di Milano.

 

 

 

 

 

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