Musica
LA MUSICA CHE GIRA INTORNO
Fine 2024 e inizio 2025: prima che esploda il grande circo di Sanremo esce tanta musica nuova che aderisce e attacca il presente, su tutti il nuovo album di Marracash, ma anche altro. Vediamo un po’.
È il 13 dicembre 2024 e con Santa Lucia arriva senza nessun preavviso il nuovo album di Marracash, È finita la pace. Nessuna azione promozionale, nessun annuncio, ma il verbo di Marra si diffonde immediatamente, anche e soprattutto perché l’album è veramente forte. Oltre al fatto che Fabio Bartolo Rizzo è una autorità da anni riconosciuta nella scena rap e non solo. Fra l’altro l’album esce a chiudere la trilogia iniziata con Persona (2019) e proseguita con Noi, loro, gli altri (2021) e suggella quindi un periodo molto corposo nella carriera dell’artista.
Che è il re incontrastato del genere lo dice subito, anche perentoriamente, nell’apertura di POWERSLAP, e con la penna intinta nel veleno – come dice il testo – affronta tutta la scena molle e stereotipata di quelli di cui si sente (e giustamente) padre. “Molti ti diranno: Marra è un bastardo - Intanto nessuno può dire che sono falso”. Non lo nega, e spara a zero su chi ha meno credibilità, indicando anche a suo modo una strada: “nessuno diventa qualcuno seguendo le orme di qualcun altro”.
Ovvio che non possiamo in questa sede analizzare tutte le canzoni e la valanga (organizzata) di parole di ogni canzone. Vale la pena di ascoltare questo disco, piuttosto ricco musicalmente per il genere, con un paio di citazioni importanti - i Pooh di Uomini soli e Ivan Graziani di Firenze (canzone triste) - e completamente privo di featuring, le ospitate di altri artisti che servono ai più ad allargare la fanbase. Qui c’è Marra, ancora Marra ed infine Marra.
Vale uno o più ascolti, ma fatti bene: ed allora aprite Spotify e schiacciate il microfonino per seguire i testi, oppure andate qui e seguite le liriche mentre vi ascoltate le canzoni dove volete, io nei titoli quelle che cito ve le linko tutte!
Vale l’ascolto perché è un affresco del tempo presente, a volte crudo, sicuramente realista, descrittivo di una serie di processi che si possono individuare nella realtà, certamente molto cinico: un quasi quarantaseienne che ha vissuto molte fasi, ma in questa dipinge la realtà che vive e vede, stimolando riflessioni e discussioni.
Non potendo analizzare tutto, annotiamoci alcune suggestioni, fra i mille riferimenti a fenomeni del presente che Genius | Song Lyrics & Knowledge che ho linkato sopra potrà aiutare a cogliere, interessantissimo sito che raccoglie i testi di moltissime canzoni, a cui i contributors aggiungono commenti e sottolineature.
Innanzitutto appare la paura del presente da parte delle nuove generazioni (e non solo), nella traccia 2, CRASH: “La bolla del presente non vissuto / Paura del futuro e passato come rifugio / Tutti zitti in un luogo chiuso / La bolla di ciascuno al sicuro nel suo pertugio”. Già qui si capisce l’abilità di scrittura del verso e come Marracash riesce ad incastrare concetti anche non semplicissimi da esprimere. O ancora nella successiva GLI SBANDATI HANNO PERSO: “E i giovani ribelli adesso/ fanno danze attorno a un fuoco spento”.
Insomma le parole sono frecce, le frasi lancinanti esprimono un giudizio più che un disagio, anche perché oggettivamente Marracash oggi (e non da ieri) vive della sua arte e ci vive decisamente bene. Ma questo non impedisce, anzi, invita ad esprimere il proprio pensiero sulla vita e sul mondo.
Così in FACTOTUM l’attacco è verso chi vive senza chiedersi nulla: “La vita è produci consuma crepa / è che si crepa già prima di finire sottoterra”. E nella successiva VITTIMA, uno dei pezzi più riusciti, Marra affonda ancora di più il colpo nei confronti di coloro che “temi una cosa così tanto che la fai succedere”, quelli che continuano a lamentarsi senza prendersi mai responsabilità. In effetti non è che si intravveda una strada precisa, ma almeno parte un consiglio tutto sommato positivo, nel bridge prima del ritornello finale: “Il male che hai subito e fatto a tua volta / Puoi liberartene se vuoi, vuoi, vuoi (Credo)”. E in PENTHOTAL l’artista non si risparmia un'autocritica e questo succede anche in altri punti del lavoro, non è un disco moralista o moraleggiatore, dice come stanno le cose stentando, ma provando a trovare una strada: “ogni tanto sospetto di essere orribile / come se preferissi far perdere te che vincere”.
Dunque il mio è un invito ad ascoltare un album importante per questo presente in cui viviamo, e come già detto, non potendo evidentemente commentare tutto, vi lascio due ultimi spunti, che fanno trapelare, come intravvedere quale può essere la via d’uscita. Partiamo dal fondo, nella conclusiva HAPPY END, innanzitutto Marracash si para le terga da possibili attacchi del tipo “parli bene tu ma sei ricco” con il riuscitissimo verso “Io dal fango esco profumato, ora agiato però mai adagiato” e più avanti, verso la fine del pezzo e dell’album “E che l'unico modo giusto è il tuo / Non esiste altra vittoria che essere sé stessi”. È l’invito ad uscire dall’indifferenza e dall’accontentarsi per acquistare consapevolezza. Ed è possibile solo affrontando la realtà, come ricordato in DETOX / REHAB: “stai nel qui ed ora”.
Non solo Marra però, come annunciato nell’occhiello. Un breve accenno ad altri lavori usciti, a cui magari in futuro dedicare un approfondimento. È molto bello e pieno di musica l’album di Cesare Cremonini Alaska baby, corredato anche di un documentario visibile su Disney +, viaggio fisico e dell’anima in dodici canzoni, fra le quali spicca San Luca, riflessione profonda sulla vita ed intenso duetto con Luca Carboni.
Uscito a gennaio anche il trentesimo (!) album di Enrico Ruggeri, come dice lo stesso autore (se volete qui una intervista in cui presenta il lavoro) una serie di canzoni che interrogano il presente invitando al confronto. Quello che è rimasto dell’indie può essere trovato nell’album di un cantautore che a mio parere scrive bene e cioè Gazzelle, anche lui uscito a gennaio con il suo ultimo Indi, per l’appunto. La più streammata è la sentimentale Tutto qui, (certamente perché uscita lo scorso Sanremo e quindi in giro da un annetto, ed inserita ora nell’album), ma ci sono diverse altre belle canzoni.
Per finire, sono sincero: non ho ancora ascoltato, ma se ne parla molto, l’ultima uscita dell’altra colonna storica del rap italiano, Guè, che il 10 gennaio ha pubblicato il suo Tropico del capricorno. A breve mi ascolterò l’album ed anche la lunga videointervista in cui si racconta la genesi del lavoro e (a differenza di Marra) la grande quantità di collaborazioni.
Ultimissima, una giovane voce della musica d’autore, la grossetana Emma Nolde ed il suo NUOVOSPAZIOTEMPO: la ventiquattrenne cantautrice e polistrumentista ci mostra appieno il suo stile in un album intenso, dal quale segnalo i due brani centrali della lista, Mai fermi (da guardare anche il bel video) e Punto di vista scritta ed interpretata insieme a Niccolò Fabi e di cui da qualche giorno è uscita una bellissima versione acustica registrata live, eccone il video.
Insomma dai, ve ne ho data di roba da ascoltare, a riprova del fatto che facendoci i conti, la musica italiana offre ancora tanti spunti e questa ne è solo una parte. Buon ascolto e alla prossima!
Walter Muto
A cura di:
WALTER MUTO, laureato in Lettere e con i più vari studi musicali alle spalle, decide di dedicarsi prima con grande passione e poi come lavoro alla musica, in particolare a quella leggera. La sua occupazione è fare musica, parlarne e scriverne a 360 gradi. Oltre ad aver scritto diversi libri e curare una rubrica per il mensile Tracce, collabora da 35 anni agli spettacoli musicali per ragazzi della Sala Fontana di Milano, produce spettacoli insieme a Carlo Pastori e negli ultimi anni si dedica a progetti musicali per il sociale,
con una attività al Carcere di San Vittore ed una in due residenze per disabili psichici.
Più info su www.waltermuto.it